L'ILLUSIONE DELLA TECNOMEDIAZIONE
«La mancanza di un percorso spirituale, di valori condivisi, sono alla base di questa crisi dell'umanità.
Comunicare online nella situazione attuale è solo dannoso, se nessuno più ascolta l'altro. Per ascoltare l'altro ci vuole affetto. Ma l'affettività non nasce da una migliore tecnologia.» È irreale pensare che la tecnologia possa liberare l’uomo dalla sua condizione esistenziale, in realtà la tecnologia gli serve a vivere, ma non lo rende libero. Le idee, le consuetudini e i comportamenti degli individui sono condizionati dal rapporto reciproco tra tecnologia e norma sociale, che a sua volta è influenzata dalle regole di mercato e dall’azione delle grandi corporation: tali fattori si influenzano reciprocamente e sono a loro volta in relazione con il sistema socio-economico nel suo complesso. Oggi i comportamenti dell’essere umano sono condizionati dalla tecnologia della “iperconnessione” (tutto e tutti connessi in Rete sempre), che è sia persuasiva, cioè in grado di influenzare, se non addirittura determinare, idee e comportamenti, sia pervasiva, nel senso che tende diffondersi in modo penetrante, così da prevalere e dominare nelle vite individuali, nelle relazioni sociali, nel lavoro, nell’economia e nella politica. Le tecnologie persuasive e pervasive danno all’individuo l’illusione di essere al centro del mondo, dove il tempo e lo spazio si annullano, dove in qualsiasi momento grazie ad esse si può fare di tutto e di più. A causa del sovraccarico cognitivo (information overloading) favorito da tali tecnologie, quando si ricevono troppe informazioni per riuscire a prendere una decisione, o sceglierne una specifica sulla quale focalizzare l’attenzione, si innesca una distorsione mentale, detta bias di conferma, che consiste nel selezionare le informazioni possedute in modo da porre maggiore attenzione, e quindi attribuire maggiore credibilità, a quelle che confermano le proprie convinzioni e, viceversa, ignorare o sminuire quelle che le contraddicono. Le tecnologie persuasive e pervasive favoriscono tale distorsione, scegliendo cosa mostrare e cosa no a ciascun individuo, in base ad algoritmi di personalizzazione su misura: in questo modo, tendono a rinchiudere le informazioni e le relazioni interpersonali all’interno di una bolla virtuale che somiglia molto alla rappresentazione o visione del mondo che l’individuo può avere. All’interno della rete individuale aumenta così l’isolamento dell’uomo rispetto alla vita reale, dove ci sono contraddittori, conflitti e diverse visioni del mondo che contrastano con la propria. Perché l’essere umano sceglie di rimanere isolato nella propria rete individuale fatta di relazioni sociali virtuali, invece di vivere una vita sociale reale insieme ad altri individui? La debolezza umana limita la capacità di ragionare, spinge l’essere umano a vivere di illusioni poiché è difficile sopportare la realtà della propria vita reale, pochi resistono alla fatica di un lungo esame di coscienza ed all’accettazione della complessità della vita nelle sue molteplici forme. I grandi player internazionali conoscono queste umane debolezze e su di esse fondano i loro affari (milioni di utenti con i loro comportamenti interattivi alimentano a titolo gratuito estese raccolta dati (Big data) per iTunes, Google, Facebook, Twitter, etc., che poi le vendono a chi serve estrarre valore per analisi di mercato). La tecnologia persuasiva e pervasiva della
iperconnessione, soprattutto quella della comunicazione, cambia il
comportamento dell’essere umano, che tende a scegliere sempre la
strada più facile per risollevarsi dalla sua condizione
esistenziale, senza sapere che è solo un’illusione poiché la
tecnologia opera come un mago illusionista. Come sostiene il
sociologo Zygmunt Bauman: «I social media cambiano le nostre
relazioni e la nostra vita, rendendoci più fragili». TECNOPOESIE Anime apparenti Dentro corpi organici anime apparenti si agitano Come figure interattive abbagliate sulla scena digitale Da immagini virtuali che oscurano la dimensione vera. Esse nutrono attraverso corpi tecnologici in rete L'ipertrofia delle Corporations avide di dati personali Vivendo una spettacolarità dove l'apparire si confonde con l'essere. Avatar di profili utenti galleggiano sul mare virtuale Rassicurate da una vita simulata dove proiettano i propri sogni. All'ombra delle immagini guardano e sono guardate Oscurate dal simulacro dell'immagine di sé nei social network. Nell'oscenità digitale alimentano l'indifferenza verso gli altri "Mi piace" sostituisce il pudore del silenzio o la dignità della sofferenza. Sedotte da una dimensione virtuale surrogato della vita Sempre connesse alla pornografia delle emozioni della scena digitale Le anime apparenti sono anime perse senza sapere il perché. Le anime apparenti non sono più esseri umani, ma strane macchine che sbattono uno contro l'altra.
Smart and stupid smartphone smartbox smart tv smart auto smart card smart house smart things smart working smart city... stupid man
Cose cosi'
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